A rileggere questa domanda: “Meglio acquistare un servizio o un oggetto?” non la capisco nemmeno io che l’ho scritta! Scherzo, lo so cosa voglio dire è che per dirlo ho scelto un titolo nonsense. Mi è stato fatto notare che quando acquisto un servizio quel servizio si valorizza subito dopo e quando acquisto un oggetto quell’oggetto si svaluta subito dopo. Ci hai pensato? Ipotesi, acquisto un auto, ci faccio 10 km, provo a rivenderla . Devo accettare il fatto che il suo valore è drasticamente diminuito nonostante sia quasi nuova. Se provo a vendere la mia vecchia auto dopo averla portata dal meccanico, a pulire ea lucidare sicuro le spese fatte daranno un valore all’auto maggiore dell’investimento fatto con il meccanico e chi l’ha pulita. Lo stesso esempio potrei fare con un mobile e un appartamento da ristrutturare. Che dire del servizio di chi mi rimette a nuovo le mie scarpe preferite o quel vestito che mi donava così tanto che sembrava ormai da buttare? Gli investimenti per corsi professionali, i massaggi, le vacanze che valore hanno? E quanto si rivalutano con il tempo? Che valore ha il servizio di un avvocato, di un ingegnere, di un nutrizionista, di un consulente? E’ difficile da valutare. Quello che è certo è che rispetto al costo in termini assoluti e monetari l’investimento piccolo o grande si rivaluterà. Ci hai pensato? Riepilogando :
Quando acquisti o stai per acquistare un servizio pensa a che valore potrebbe portarti nel tempo
Quando tutto o parte del tuo lavoro sono servizi sei consapevole e sai spiegare il valore futuro per chi ne beneficerà? Io, per il mio lavoro, rispondo: Sono consapevole e posso migliorare nella spiegazione!
Sapere di che pasta sei fatto ti sarà di grande aiuto o almeno per me lo è stato. Ti racconto come è andata se ti va di continuare a leggere. Una volta ad un amico ingegnere volevo spiegare che anche le persone forti possono avere punti dei deboli. Un suo comportamento mi aveva in qualche modo urtato o ferito, magari involontariamente. Gli chiesi: quale è un materiale forte, resistente e fragile Risposta: IL VETRO Esatto, in un attimo avevo trovato la parola giusta per descrivermi. Forse è servito più a me che a lui, lo ringrazio. Il vetro, un materiale che nasce con semplicità dalla sabbia e si trasforma permettendo di vedere attraverso e proteggere. Un materiale che, con i dovuti strumenti, ha mille varianti. Lo puoi temperare perché non sia pericoloso. Può essere colorato, sabbiato, soffiato. Tu di che pasta sei fatto? E’ importante per quella famosa consapevolezza di cui tanti parlano e pochi svelano
Sotto rosone parete nord Notre Dame de Paris, una delle cose più belle che ho avuto la fortuna di vedere. Ho letto che è stato risparmiato dal grave incendio del 2019
Ciao, mi è stato chiesto se voglio avere una scuola guida o essere di un team formula 1. Da allora ci penso ogni giorno . Non ho ancora una risposta ma una certezza si. Nei miei interventi mi è capitato di utilizzare una poesia di Douglas Malloch che Martin Luther King usò nel 1967 per incitare gli individui a scoprire chi saranno nella loro vita ea realizzare questo progetto con passione e determinazione
Se non puoi essere un pino in cima alla collina, sii una macchia nella valle, ma sii la migliore, piccola macchia accanto al ruscello; sii un cespuglio, se non puoi essere un albero. Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba, e rendi più lieta la strada; se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persicoma il persico più vivace del lago! Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio, C’è qualcosa per tutti noi qui, ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli, e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te. Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero, se non puoi essere il sole, sii una stella; Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai: sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
Mi sono preparata per un incontro con una coppia , mamma e papà di un ragazzino di 12 anni. Il momento cruciale è stato suggerire di dire al figlio: come posso aiutarti? Il ragazzo potrebbe sorprendersi e non avere la risposta pronta. Pazienza la prossima volta andrà meglio perché la domanda sarà la stessa: come posso aiutarti? Stai dicendo che è la domanda di tutti i call center, assistenti virtuali? Vero, e allora? Ci sarà un motivo per aver scelto proprio questa domanda! Hai mai fatto questa domanda a tuo figlio figlia oa un tuo collaboratore collaboratrice? Come posso aiutarti in questo momento di difficoltà? Come posso aiutarti in questa situazione di tensione con la tua procedura? Come posso aiutarti a raggiungere il tuo obiettivo? Chiedi. Chiedi più volte In conclusione faccio la stessa domanda consapevole che la risposta sarà immediata o meno: come posso aiutarti?
Lo chiamono costumer service ma andiamo alla pratica, facciamolo più di parlarne. Gli esperti di comunicazione, marketing e vendita sono concordi nel dire che i clienti cercano esperienze e che il servizio al cliente è una ottima occasione per fare la differenza. Ti racconterò due episodi che mi sono capitati che mi hanno fatto riflettere riguardo al customer service. 1 – ho comprato in un outlet un paio di ciabattine in pelle con una fascia sopra il piede di stoffa bianca e viola. Ho tenuto da parte le ciabattine ed in primavera/estate le ho indossate un paio di volte. La stoffa della ciabattina sinistra ha “sputato”. Non so se è un termine tecnico, voglio dire che la stoffa è uscita dal fondo, dalla suola. Torno al negozio e faccio vedere la ciabatta. Mi rispondono in due, uno accanto all’altro. Inizia la donna: Ha provato dal calzolaio? Ha lo scontrino? Aggiuge l’uomo: Ha lo scontrino? In caso contrario non possiamo fare niente! Un’azienda ha la fortuna di avere un cliente insoddisfatto che torna e dicono “non possiamo fare niente”. Li guardo affranta e me ne vado. Tornerò? Forse si o forse no, sicuro senza entusiasmo. 2 – mia sorella ha comprato online un blister per tenere le medicine per nostra mamma. Dentro la confezione ho trovato un biglietto più piccolo di un biglietto da visita. C’è un sole su un lato ed una nuvola su retro. Con il sole c’è scritto? Happy? Siamo felici che sei felice. Se non sai come esprimere la tua gioia puoi telefonare ad una persona cara o scrivere a…. Con la nuvola c’è scritto: Not Happy? Il nostro gentile customer service team, la nostra gentile squadra di servizio al cliente lavorerà duramente per farti tornare il sorriso. Contattaci a… Se vuoi essere sicuro che i commessi non sono del tuo negozio scrivimi che lo verifichiamo. Tu che avresti fatto nel primo caso? Ecco la mia idea di customer service: DOMANDA: Ho portato un paio di volte queste ciabattine e si sono subito rovinate, cosa si può fare? RISPOSTA CUSTOMER ORIENTED: Mi dispiace sono così graziose, è un peccato. Ha lo scontrino? Se ha lo scontrino posso… Se non ha lo scontrino posso prendere nota del modello e fare una foto, ci sarà di aiuto per capire se è stato un caso isolato. Grazie per essere tornata. Posso anche prendere nota dei suoi dati, la farò contattare dal responsabile settore calzature. Intanto tenga pure l’articolo magari riesce a farlo sistemare con una goccia di colla. Appuntamenti
Ciao, a cosa sei disposto a rinunciare per avere di +? Sembra un controsenso eppure è così. Ogni giorno facciamo delle scelte consapevoli o inconsapevoli frutto di quello che riteniamo vero. La storia che la realtà non esiste l’hai già sentita e non ci torno adesso. L’argomento di oggi sono le convinzioni limitanti. Le convinzioni limitanti arrivano dalla elaborazione che ognuno fa di informazioni che ci arrivano in quantità e da ogni direzione. Quando questi dati escono dal nostro imbuto personale prendono la forma di certezze: non sono capace di…perché…, ho il metabolismo lento comunque ingrasso, sono sfortunato in amore, non trovo il tempo per me a causa degli impegni, sono il più bravo nel mio lavoro chi non mi segue è un testone, le ho provate tutte, tutti i giovani non hanno voglia di fare,… Mi aiuta l’immagine sotto. L’obiettivo è avere il cerchio arancio più grande. Per quale pagheresti di più? Prima di aprire il portafoglio ti consiglio di prendere un righello perché i cerchi arancio sono identici. Quello che succede è che sono messi in posizione tale da farti essere convinto che sono diversi. Stai elaborando le informazioni guidato dalle circostanze. Quello in cui crediamo è frutto di una elaborazione soggettiva che a volte ci porta fuori strada sicuri del contrario. E’ impegnativo accorgersene. Ho sentito un imprenditore chiedermi: perché la mia azienda non è produttiva come quella tedesca dello stesso settore? Ho avuto l’impressione che avesse già la risposta pronta: gli italiani non obbediscono! Sarà vero, sarà una convinzione limitante, c’è una soluzione? Tu cosa avresti risposto? Questo post è più contorto del solito ma spero il senso si capisca: a cosa sei disposto a rinunciare per avere di +?
Fuori dalla ZONA DI CONFORT, cosa c’è oltre lo s-confort?
Dicevo parlando di eudaimonia che i timori e i dubbi sono normali perché si tratta di uscire dalla zona di confort…in modo adeguato. Cioè? Cioè parlerò della zona di confort e di come uscirne. Lo fanno tutti? Bene è importante. Fuori dalla zona di confort e oltre lo s-confort c’è il tuo scopo di vita, eudaimomia. E fino che andrai verso il tuo scopo di vita otterrai un importante effetto collaterale cioè la tua area di confort si sarà allargherà ed i confini saranno in zone un tempo “proibite”. Ci sono tante immagini che rappresentano la zona di confort e come andare oltre. Te ne mostro una. La zona di comfort rappresenta l’insieme di tutte quelle attività, più o meno abituali, che ti senti a tuo agio a fare. In altri termini, ciò che non ti causa stizza o ansia nel momento in cui ci pensi o stai per iniziarle. Fuori dalla zona di confort c’è il disagio, ci sono le scuse e il procastinare. C’è il non ho tempo, non è proprio il momento. Per andare oltre, per arrivare all’altra sponda cosa serve? Serve un ponte. Il ponte è uno strumento come quelli che attraversi in auto o a piedi. Si tratta di acquisire nuove abilità, allenarsi, scoprire le qualità nascoste, valorizzare quelle note. Si tratta, se serve, di studiare o chiedere aiuto. Si tratta sempre di metterci impegno. Si tratta di fare, fare anche con errori. Guarda la dimensione dei cerchi grigi. Sembra una gabbia. Guarda i cerchi gialli sono enormemente più ampi. Immagina quanto spazio fisico e mentale, quante possibilità, quante alternative.
Il tempo sembra sfuggirti e rimpiangi la gioventù spensierata? Non sei solo. Tra i 40 e i 50 anni anche 55 è tempo di bilanci.Si ha la sensazione che qualcosa poteva andare diversamente e ti fai delle domande:
Ormai devo rassegnarmi?
Che cosa posso fare ancora?
Fino a quando sono in tempo?
Tra i 40 e i 50/55 anni capita di avvertire dei comportamenti strani. Hai l’impressione che il tempo ti sfugge di mano conducendoci verso l’epilogo. Ricerchi emozioni estreme e sogni una seconda gioventù. I primi segni sono delle sensazioni di rabbia e di esclusione che spesso mettono in crisi i rapporti con le persone più vicine al lavoro e in famiglia.
I motivi sono svariati: dal lavoro non appagante al calo delle forze fisiche.
Non tutti i mali vengono per nuocere recita un proverbio.
Gli studi segnalano che questo periodo è spesso associato un aumento della curiosità verso gli altri e verso il mondo. Un’apertura verso nuovi stimoli e attività che non abbiamo mai fatto.
Infatti non è crisi di mezza età ma EUDAMONIA.
Dal greco eu ‘buono’ e daimon ‘genio, demone’.
L’Eudaimonia è lo scopo della vita.
Aristotele parlava di Eudaimoniadi, che consiste in uno stato di soddisfazione, salute e benessere. Attraverso la coltivazione delle nostre virtù, pensieri ed azioni conduciamo un percorso verso una crescita esistenziale.
Per Aristotele una persona buona e virtuosa non aveva a che fare con l’agire secondo le norme sociali, quanto piuttosto con saggezza.
Una saggezza che si ottiene col tempo ed attraverso la pratica. L’Eudaimonia si raggiunge attraverso l’azione al servizio delle proprie virtù. Agendo in linea con i nostri principi e la nostra natura e facendolo diventare un’abitudine, ci muoviamo in direzione del nostro potenziale.
Dentro ciascuno di noi esistesse una predisposizione innata alla crescita ed al raggiungimento del proprio pieno potenziale.
Carl Rogers la chiama Tendenza Attualizzante. E’ una componente fondamentale della natura umana. Nasciamo con l’abilità di realizzare grandi cose, di andare in direzione della miglior versione di noi stessi. La tendenza attualizzante è radicata nel cambiamento, nel continuo susseguirsi di momenti di crescita che culmina nello stato di auto-realizzazione.
Dalle parole di Rogers “la tendenza dell’uomo ad attualizzare se stesso, a realizzare le sue potenzialità. Mi riferisco a quel processo direzionale che è evidente in tutta la vita organica ed umana L’impulso ad espandersi, svilupparsi e maturare, la tendenza a esprimere e attivare tutte le capacità dell’organismo e del sé. Questa tendenza puòessere sepolta in profondità sotto strati e strati di solide difese psicologiche o può essere nascosta dietro elaborate facciate che neghino la sua esistenza, ma sono convinto, alla luce della mia esperienza, che sia presente in ogni individuo e attenda solo le condizioni adatte per manifestarsi e dispiegarsi”.
Condizioni adatte a favorirla:
Avere quel senso di insoddisfazione che ti spinge a fare domande e a chiederti cosa puoi ancora fare e se sei ancora in tempo
Avere una forte passione, immergersi in attività che sono importanti e che allo stesso tempo mettono alla prova
Provare una grande varietà di attività differenti, anche in ambiti diversi da quelli abituali, può aiutarti a capire cosa fa per te e cosa no.
I timori e i dubbi sono normali perché si tratta di uscire dalla zona di confort…in modo adeguato.
Ciao, si fa presto a dire vision, quale è il tuo vero scopo di vita, dove vuoi arrivare con la tua azienda e la tua professione? Come si fa a saperlo? Abbiamo talmente tanti condizionamenti, messaggi, informazioni che non è facile sapere cosa davvero vogliamo. Cosa vuoi per te e non per gli altri? E’ quello che ci viene più facile? Che ci fa sforzare meno? Guadagnare di più? O tutto il contrario? Spesso mi vengono chiesti esercizi e “trucchi”. Non ci sono trucchi, c’è impegno, ascolto, tempo dedicato. Ci sono percorsi per trovare le risposte e per primo le domande giuste. L’esercizio che ti suggerisco oggi è il più “estremo”. Il tuo funerale ti aiuterà. Prendi carta e penna o colori e dividi il figlio in due. Scrivi:
su un lato il discorso che farai leggere al tuo funerale,
dall’altro lato scrivi i discorsi vorresti le persone dicessero al tuo funerale
Fallo due volte cioè su due fogli:
-uno nel caso il tuo funerale fosse oggi -l’altro il tuo funerale fosse all’età che decidi tu sia Il tuo funerale ti aiuterà a lavorare meglio e avere le idee piu’ chiare
Stai dicendo che non ci credi?
Ecco, questo è uno dei motivi per cui le cose che vorresti fare non si realizzano.
Ciao, siamo alla ricerca di soluzioni meglio se veloci e di rapido effetto. Esistono?!? Si una intuizione arriva in un attimo ma poi richiede tempo per essere accettata, elaborata, scelta. Ti deludo? Forse ma non ti illudo! Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum con cui gli italiani, dopo 85 anni di regno della dinastia dei Savoia, di cui 20 di dittatura, scelsero di far diventare l’Italia una Repubblica costituzionale, abolendo la monarchia. Insomma, è il compleanno della nostra Repubblica Italiana! Tu che scelta importante hai fatto nella tua vita? Ti ricordi di festeggiarla? Se non ti viene in mente cerca meglio e chiediti se è tempo di una nuova decisione importante. Quale? Se decidi di non scegliere qualcuno lo farà per te. Hai presente? Il lavoro, il partner, il ristorante, le ferie, gli amici, il tempo libero, le letture, le idee,… Qualche indicazione: – Scegli quando sei in tempo o procrastini finché la scelta non diventa inevitabile? – Vivi nell’attesa che un giorno arriverà? Un giorno sarò felice? Un giorno andrò in pensione? – Vivi nel “solo allora sarò felice” L’obiettivo cambia anche prima di raggiunto perché non scegli veramente di voler fare qualcosa lasci la scelta ai giudizi degli altri, a “questo è per te, questo lo puoi fare e questo no”. Il 2 giugno, giorno della scelta, può esserti di ispirazione